L’uomo non si rassegna all’idea che siamo soli nell’Universo. Lo ritiene impossibile! E si aggrappa alla teoria di Frank Drake, la famosa Equazione che elaborò Frank Drake nel 1961, tuttora usata nei campi dell'Esobiologia e nella ricerca di forme di vita intelligente extraterrestri (Fig.1) Rivediamola:
N = R ∗ × f p × n e × f l × f i × f c × L {\displaystyle N=R^{*}~\times ~f_{p}~\times ~n_{e}~\times ~f_{l}~\times ~f_{i}~\times ~f_{c}~\times ~L}
dove:
N è il numero di civiltà extraterrestri presenti oggi nella nostra Galassia con le quali si può pensare di stabilire una comunicazione;
R* è il tasso medio annuo con cui si formano nuove stelle nella Via Lattea;
fp è la frazione di stelle che possiedono pianeti;
ne è il numero medio di pianeti per sistema planetario in condizione di ospitare forme di vita;
fl è la frazione dei pianeti ne su cui si è effettivamente sviluppata la vita;
fi è la frazione dei pianeti fl su cui si sono evoluti esseri intelligenti;
fc è la frazione di civiltà extraterrestri in grado di comunicare;
L è la stima della durata di queste civiltà evolute.
Tradotto in parole semplice, la formula dice che: tenuto conto del numero elevato delle galassie presenti nell’Universo; della moltitudine di sistemi solari presenti in ogni singola galassia; e del numero elevatissimo di pianeti che orbitano intorno alla loro stella; è un dato certo la presenza di altre civiltà extraterrestri.
E, qui, si scatena la fantasia: ...ma dove sono? Sono come noi? Sono più intelligenti di noi? … Domande che fino ad oggi non trovano risposte.
Enrico Fermi diceva «Se l'Universo e la nostra galassia pullulano di civiltà sviluppate, dove sono tutte quante?» E’ vero … dove sono tutte quante? L’unica ipotesi formulata dalla compianta Margherita Hack è che, probabilmente, le enormi distanze non hanno ancora permesso l’auspicato incontro con altre civiltà.
Le sue teorie sono state: … “Credo del tutto probabile che ci sia vita in altri mondi abitati, ma credo anche che non avremo mai modo di incontrare un extraterrestre.
Le distanze non ce lo permettono.
In conclusione penso che siamo destinati alla solitudine.
Ma questo non vuol dire che dobbiamo rinunciare a cercare!”.
Tuttavia, anche se a piccoli passi, qualcosa si muove! Infatti alcuni astronomi hanno analizzato 53 esopianeti di taglia terrestre, scoprendo che oltre un quarto dei mondi alieni esaminati è in grado di ospitare oceani di acqua liquida, a volte nascosti sotto una crosta superficiale ghiacciata (Fig.2) vedi la superficie ghiacciata del satellite Europa (Fig.3) dove gli scienziati ipotizzano una fauna ittica sottomarina; ed i geyser di acqua espulsi dalla superficie del satellite Encelado (Fig.4).
Dunque la teoria più accreditata è che questi oggetti possiedono oceani sub-superficiali al di sotto della superficie ghiacciata, con una energia capace di generare questi pennacchi di acqua.
“Due elementi necessari per la vita che conosciamo”, ha detto Lynnae Quick del Goddard Space Flight Center della NASA, che guida la ricerca dei pianeti extrasolari.
“Pertanto, se riteniamo che questi luoghi possano essere abitabili, allora anche le loro versioni più grandi in altri sistemi planetari potrebbero essere abitabili”, per cui la necessità di verificare se esistono corpi celesti simili ad Europa ed Encelado.
Ed ecco che è emerso che oltre un quarto degli esopianeti analizzati potrebbero essere mondi oceanici, con probabilità maggiori di ospitare oceani al di sotto della crosta ghiacciata, così come accaduto per Europa ed Encelado.
A quanto già detto va aggiunto che questi oggetti celesti sono in grado di generare una quantità maggiore di energia.
In futuro accadrà che gli scienziati saranno in grado di misurare in maniera molto dettagliata la temperatura emessa da un esopianeta o di rilevare eruzioni criovulcaniche, così come rilevato sul satellite di Giove IO (Fig.5).
Al momento, sono disponibili le sole informazioni frutto del lavoro di ricerca svolto fino ad ora, quali: dimensione, massa e distanza dalla stella dei pianeti, utili però a costruire modelli matematici per valutare le condizioni di questi mondi lontani.
Ovviamente attraverso future missioni alla ricerca di segni di vita oltre il Sistema Solare, riguarderanno pianeti come il nostro, con una biosfera tale da modificare la chimica dell’intera atmosfera.
Per cercare possibili pianeti oceanici, sono stati selezionati esopianeti con queste caratteristiche: o simili alla Terra, oppure con una massa fino a 8 volte più grande per studiare il calore che può derivare da processi vulcanici o criovulcanici, nonché dalla tettonica a placche per determinare la possibile abitabilità.
Di pari l’attività vulcanica che può trasformare un mondo vivibile in un inferno di lava, mentre poca attività può sopprimere il rilascio di gas in grado di costituire un’atmosfera.
In conclusione, prendendo in considerazione le temperature superficiali di questi pianeti, la quantità di radiazione stellare ricevuta, nonchè la loro densità, un quarto dei mondi alieni esaminati potrebbe ospitare acqua liquida e forse anche forme di vita.
Uno studio appena pubblicato dice che solo nella nostra galassia ci sono 8,8 miliardi di stelle con pianeti simili al nostro.
Dai dati dell’ente spaziale Usa, inoltre, risulta che una stella su cinque simili al Sole ha un pianeta come la Terra.
Osservazioni e dati che portano all’ingenua equazione pianeta ‘terrestre’ uguale vita.
Inoltre uno studio di recente pubblicazione afferma che solo nella nostra galassia ci sono 8,8 miliardi di stelle con pianeti simili al nostro.
Infatti, dai dati dell’ente spaziale USA risulta che una stella su cinque simili al Sole ha un pianeta come la Terra.
Considerazioni e dati che portano all’equazione … pianeta ‘terrestre’ uguale vita.
Non ci resta quindi che aspettare, fiduciosi nel lavoro di ricerca; perché più passano gli anni e più gli strumenti di ricerca diventano più sofisticati.
Dott. Giovanni Lorusso (IK0ELN)
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